Isola Capri4 min read
Forse molti di voi sono già stati a Capri e, sicuramente, se ne sono innamorati. Io ho avuto il piacere di visitarla in agosto in compagnia di una studentessa fantastica, Marina. La nostra è stata una vera e propria avventura, visto che siamo partite da Roma la mattina e siamo tornate la sera dello stesso giorno ma, anche se abbiamo trascorso lì poco tempo, ce ne siamo innamorate.
Ecco a voi, qui di seguito, tre curiosità su Capri.
- Da dove viene il nome dell’isola?
L’ipotesi più accreditata è che il nome Capri venga dal greco «kapros », cioè «cinghiale » oppure dal latino «caprae» (capre).
La specie più diffusa è la capra aegagrus della cui pelle era coperta lo scudo di Giove Egioco.
- Le rocce dei Faraglioni
Le tre famose rocce (i Faraglioni sono delle grosse scogliere marine), che sporgono dall’acqua, hanno acquistato la loro caratteristica forma per l’erosione subita a causa dell’acqua, delle precipitazioni e dei venti. La prima scogliera dei Faraglioni si chiama Stella, o Faraglione di Terra (109 m. di altezza) ed è collegata all’isola da un architrave; la seconda, il Faraglione di mezzo, è caratterizzata dalla presenza di un sottopasso, un arco naturale di dimensioni impressionanti, che si può attraversare in barca; la terza, nota come Faraglione di Fuori o Scopolo (104 m. di altezza) è separata dalla seconda da uno stretto di 8 m. Qui ha trovato il suo habitat una lucertola di rara bellezza. Noi non abbiamo avuto la fortuna di vederla, ma la si può incontrare scalando il gigante roccioso. E’ di colore verde azzurro sulla gola, sul ventre, sui fianchi, sulla pancia e sui lati, mentre sul dorso ha una pigmentazione che tende al nero. La lucertola è veloce e aggraziata nel movimento.
- La Grotta azzurra
Sali su una barca, stenditi, lascia che il marinaio ti culli tra le onde di una grotta alta poco più di un metro. All’inizio vedi solo il buio, poi all’improvviso le pareti della grotta si coloreranno di riflessi azzurri e trasparenti, mentre tra le pareti di pietra rimbalzerà l’eco di canzoni napoletane. Il bagliore fluorescente della grotta è dato dalla luce solare che penetra attraverso una finestra sottomarina che si apre attraverso l’unica entrata della grotta, illuminando l’acqua. La luce solare si riflette dal basso e illumina le pareti. I filtri dell’acqua sono rossi e trasmettono il blu cosicché tutte le pietre o gli oggetti presenti nella grotta brillano di una tonalità argentea. subendo in tal modo una filtrazione da parte dell’acqua, che assorbe il rosso e lascia passare l’azzurro.
Ai tempi di Tiberio, la Grotta era utilizzata come santuario marino: le statue degli dei romani rinvenute al suo interno oggi sono custodite alla Casa Rossa ad Anacapri. Per molti anni la Grotta Azzurra non venne più visitata e, anzi, era temuta dai marinai locali perché le leggende popolari la descrivevano come un luogo infestato dagli spiriti e dai demoni.
Tuttavia nel 1826 il pescatore locale Angelo Ferraro accompagnò lo scrittore tedesco August Kopisch e il pittore Ernst Fries a visitarla. I due raccontarono delle meraviglie della Grotta Azzurra e da allora divenne tappa fissa di ogni viaggio a Capri.
ORIGINE DEL NOME DI UNO DEI PIATTI ITALIANI PIU’ FAMOSI: LA CAPRESE
Semplice da realizzare, perfetta per ogni occasione, l’insalata caprese è uno dei piatti principali che amiamo gustare durante l’estate. Ma, oltre a essere fresca e saporita, la Ricetta della Caprese nasconde anche un’origine davvero particolare: scopriamola insieme!
L’insalata Caprese è un secondo piatto partenopeo che, come suggerisce il nome, ha le sue origini nella bellissima Isola di Capri. Sulla sua storia, così come accade per molti dei piatti tipici del nostro paese, esistono diversi miti e leggende. Ma la vicenda più accreditata sull’origine di questa deliziosa insalata, riporta la nascita del piatto durante il secondo dopoguerra.
Tuttavia esiste una prova storica antecedente a questo vicenda, che collocherebbe l’inizio della storia della Caprese intorno agli anni ’20 del XX secolo, quando la ricetta del piatto fece la sua comparsa nel menù dell’Hotel Quisisana di Capri.
Si dice, infatti, che la Caprese facesse parte di una cena futurista, organizzata per il fondatore di questo movimento storico-culturale, Filippo Tommaso Marinetti.
Al fine di stupire il poeta, che più di una volta si era scagliato contro la cucina tradizionale, si diede vita a questa particolare insalata che, oltre a rappresentare l’Italia nei colori della bandiera nazionale. Da allora il piatto è diventato un classico della cucina nazionale.
E non finisce qui: addirittura, il Re Farouk, sovrano d’Egitto, che visitò Capri nel 1951, apprezzò molto il panino con pomodori, mozzarella e basilico servito come veloce spuntino.